LUDOVICA DI CIANO

Ciao a tuttə! Sono Ludovica e attualmente sono una studentessa di medicina.

Ho deciso di partecipare a questo progetto editoriale perché scrivere mi fa stare bene e scoprire parti di me che non conosco per intero. Credo infatti che la scrittura, attraverso il continuo scontro-incontro con il nostro io interiore e attraverso il confronto con le idee e le opinioni altrui, possa essere uno strumento eccezionale di scoperta, di definizione e di affermazione della propria identità. E anche di cura, da quel dolore che la scienza, da sola, non riesce a guarire.

Ne L’incanto fonico, la poeta Mariangela Gualtieri scrive:

Dove tutto é rotto spaccato, poesia diventa esperta di alto rammendo. Di saldamento. Di aggancio. I cocci di questo tempo chiedono anch’essi di essere amati – ricomposti ricompattati. Corpi sepolti in fossa comune, ricomporli arto con arto con teschio con tibia con ulna con radio con falangi di più minuscolo dito》.

Credo che non esistano parole più belle per descrivere il ruolo che la poesia, la scrittura e l’arte in generale possono avere nelle nostre vite: amare e tenere insieme tutte le nostre parti, anche quelle ferite e un po’ ammaccate.

Genere e spazio: come la pianificazione urbanistica influisce sulla vita delle donne

L’impianto urbanistico delle nostre città non è casuale o neutro; dalla rivoluzione industriale fino ai giorni nostri, lo spazio pubblico è stato immaginato e realizzato per soddisfare le esigenze di un unico modello di cittadino: l’uomo bianco, adulto, lavoratore e possessore di un’automobile. Questo ha finito per creare una serie di barriere fisiche ed economiche che influenzano il modo in cui le donne vivono gli spazi e gestiscono il proprio tempo, limitando la loro libertà di azione. Spazio e tempo non sono soltanto grandezze fisiche ma affermazioni di potere in quanto permettono alla persona di affermarsi come individualità ma anche all’interno di una comunità. Consentono quindi, all’individuo, di rappresentarsi ed essere rappresentato. E la rappresentatività è potere sociale, economico e soprattutto politico.

Dal principio della rana bollita al mondo giusto: come ci adattiamo alle ingiustizie

Come una rana, posta in una pentola con acqua fredda gradualmente riscaldata, si adatta al cambio di temperatura fino a rimanere bollita, così anche noi siamo in grado di adattarci alle ingiustizie del nostro tempo, senza opporre resistenza. Quasi tutti i giorni diventiamo testimoni di sofferenze ingiuste ma molto spesso non troviamo la forza di reagire. Riusciamo soltanto a scorrere compulsivamente verso il basso, sullo schermo, nella spasmodica ricerca di nuovi contenuti, informazioni, notizie. Esiste un limite a ciò che riusciamo a tollerare? Ma soprattutto, come siamo arrivati fin qui?

Identità personale: tra pruning sinaptico e storie di donne cancellate

Secondo lo psicologo Erikson, lo sviluppo personale di ciascuno avviene in otto tappe; durante l’infanzia e l’adolescenza, la persona costruisce la propria identità che è fortemente influenzata dalle interazioni sociali e dagli stimoli esterni di cui fa esperienza. In questo stesso periodo si ricercano modelli in cui potersi riconoscere e a cui aspirare, i quali influenzeranno inevitabilmente la costruzione della propria identità personale. Cosa succede quando veniamo privati di alcuni di questi modelli? Quando le storie di decine di donne che hanno contribuito a realizzare la nostra società vengono completamente rimosse dalla nostra formazione e dalla narrazione?

“Believe in your power” è un privilegio che pochi possono permettersi

Sono cresciuta con la convinzione che la mia opinione è sempre  importante. Infatti, sia a casa che a scuola, gli adulti di riferimento mi hanno spinta a pormi domande e a costruire ragionamenti attraverso i quali arrivare ad un’opinione, che non era detto che fosse nè giusta nè sbagliata ma era la mia e aveva lo stesso valore di quella degli altri. E così sono diventata adulta, nutrendomi dell’idea che il mio pensiero conti e sia importante, magari non per tutti ma sicuramente per qualcuno. Ho sempre creduto che fosse così un po’ per tutti fino a quando mi sono resa conto che ci sono persone nelle cui idee non ha mai creduto nessuno, nelle cui potenzialità non ha mai investito nessuno. E su cui nessuno scommetterebbe. E allora come riescono, queste persone, a credere nel potere delle proprie idee e delle proprie azioni? 

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